Parola di Mary Higgins Clark

Mary Higgins Clark. Il nome, molto probabilmente, non dice niente, soprattutto all’italiota-medio che ammette, stando ai risultati delle ultime ricerche sull’argomento, di non leggere neanche un libro all’anno.
Eppure Mary Theresa Eleanor Higgins Clark, nata a NewYork nel dicembre del 1927 ma di origine irlandese, è una famosa scrittrice di libri gialli. Famosa e prolifica, dal momento che ne ha pubblicati più di quarantadue, ognuno dei quali è stato un bestseller. E che le sono valsi due premi letterari: nel 2000, il Mystery Writers of America, dieci anni dopo, il Premio Agatha alla carriera.
La Higgins è considerata una maestra del noir, più che del giallo “classico”. Ma di un noir anomalo, per così dire, lontano, lontanissimo dalla tradizione dell’hard-boiled e con molti punti di contatto con il romanzo “all’inglese” che ha per maestri riconosciuti (avevamo scritto “indiscussi”, ma poi ci siamo corretti, perché, nel Giallo in generale, di indiscusso c’è ben poco, forse solo i dati biografici dell’Autore) Conan Doyle ed Agatha Cristie.
Della Clark ci è capitato di leggere di recente un’intervista rilasciata a La Repubblica.
Se ve ne proponiamo un brano è soprattutto perché i suggerimenti della scrittrice nordamericana siamo persuasi valgano anche per gli aspiranti scrittori dell’altra tendenza della letteratura gialla.
Lo stile, infatti, non è tutto: è vero. Ma, come ben dovrebbero sapere i giallisti che hanno anche solo un’infarinatura di marxismo, fra stile (forma) e contenuto esiste un rapporto dialettico: ad ogni forma corrisponde un determinato contenuto, e viceversa. Ve lo immaginate un romanzo di Jim Thompson scritto nella prosa di un’avventura di Nero Wolfe, l’eroe di carta delle vicende narrate da Rex Stout?
Ma basta. La parola a Mary Higgins Clark. Seguìta dall’invito a leggere almeno uno dei suoi romanzi, giusto perché ve ne facciate un’idea e perché, cazzotti, pistolettate, risse, pupe sbaciucchiate a parte, quelli dell’hard-boiled sono veri democratici, non temono ed accolgono volentieri i suggerimenti, anche quelli della “concorrenza”.
“Domanda: Qual è la sua tecnica per mantenere la suspence?
Risposta: Capitoli succinti, frasi corte e concrete, azione incalzante, caratteri femminili amabili e decisi. La regola chiave sta nella conquista immediata del lettore. Se si riempiono venti pagine con una descrizione, si sarà perso il lettore dopo le prime sei (…)”.
Da La Repubblica del 3 aprile 2019, pag.31

Luca Ariano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.