Il viscidone del Naviglio Grande

Era spuntata da poco l’alba in quell’afosa giornata di agosto del 1943.
Rosina proveniva dal Burg dè furmagiatt, che, per chi non fosse pratico di Milano, è una zona che si estendeva tra il Naviglio Pavese e Corso San Gottardo.
La ragazza stava raggiungendo velocemente Piazza XXIV Maggio. Era bellissima: una sedicenne già sbocciata che mozzava il fiato grazie ad un diluvio di capelli nerissimi, delle curve attraenti ed un paio di gambe che sembravano la Ripa di Porta Ticinese: dritte e lunghissime.
Faceva già un caldo infernale perché la notte non aveva mitigato per nulla la calura che fin da luglio stringeva Milano in una morsa implacabile.

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