Rifugio sicuro

La strada era vuota. Nessuna auto, nessun passante. Nessun rumore.
Una finestra dell’edificio di fronte si illuminò ed un’ombra fece capolino. Karl Dembirsky la vide e attraversò in fretta la corsia stradale dirigendosi verso il portone di quel numero civico.
Premette il pulsante del citofono mentre controllava che nessuno lo stesse spiando.
Salì rapidamente le scale, varcò la soglia dell’appartamento e chiuse la porta a doppia mandata. Emise un piccolo fischio di liberazione.
Era al sicuro.
“Che giornata!” disse mentre si stendeva sulla poltrona. Appoggiò la sacca e si tolse le scarpe.
“La rapina è andata liscia. I ragazzi sono stati fantastici. Si sono comportati da veri duri: non un gesto fuori posto!” proseguì quasi a liberarsi di un peso che aveva sullo stomaco.
“Ci ritroveremo più tardi per dividere il malloppo, ma non potevo più resistere un solo istante senza la compagnia del mio piccolo amore segreto” continuò ammiccando dolcemente verso il profumo di arrosto che proveniva dalla cucina.
Sistemò meglio le gambe e premette il tasto dell’accensione sul telecomando della TV.
Dopo pochi istanti quel piccolo amore segreto si materializzò sulla porta. Invece del vassoio di carne, reggeva una pistola col silenziatore.
“Ma…” fece appena in tempo a sussurrare Karl prima di crollare sul tappeto.
Una chiazza di sangue si fece largo disegnando una strana aureola dietro la testa del cadavere.
Betty Laverne, dopo aver verificato il contenuto dello zaino, depose l’arma sul mobile del salotto ed iniziò a ripulire il salotto.

Red Harvest

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.