Un insolito caso di suicidio

La vita è un secchio di merda con il manico di filo spinato”.
Jim Thompson

Era ormai questione di istanti. Da un momento all’altro gli sbirri avrebbero fatto irruzione nella stanza d’albergo in cui aveva trovato rifugio dopo uno scontro a fuoco con una pattuglia della Polizia e lo avrebbero arrestato. Nella migliore delle ipotesi. Perché lui era un assassino, un sicario con una fedina penale lunga quanto l’elenco delle amanti dei divi di Hollywood.
Ma non si sarebbe fatto prendere vivo, non sarebbe finito in galera, destinato ad un’agonia senza fine in balìa di sbirri, pederasti, bande rivali ed aspiranti killer in cerca di notorietà.
No, non si sarebbe fatto prendere vivo. Ci avrebbe pensato la sua fedele Smith&Wesson calibro38, un gingillo che non aveva mai mancato un colpo, che non lo aveva mai tradito nei momenti più difficili, a toglierlo dai guai.
Sarebbe stata lei, a dargli l’aiuto di cui aveva bisogno: la sua infallibile calibro38.
Armò il cane, si appoggiò la canna alla tempia e, finalmente, premette il grilletto.
Ma il colpo non partì: per la prima volta l’arma che non lo aveva mai tradito si era inceppata.
L’incredulità, la sorpresa ed il dolore per il tradimento inatteso, sommandosi alternativamente fra loro, non gli consentirono di accorgersi che un infarto fulminante e definitivo l’avrebbe colto di lì a poco.
A conferma, che, in fondo, la sua fedele calibro38 non l’aveva tradito proprio nel momento del bisogno.

Luca Ariano
Luglio 2019

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