L’angoscia di un padre

A Piero

La temperatura era fresca. L’oscurità talmente opprimente da non consentire nemmeno un pensiero. Nonostante tutto quel padre camminava spedito, come un automa, seguendo la mappa che custodiva gelosamente nel cervello. Giunse al piccolo slargo e inforcò la scala fino all’uscita. Aprì la botola e fu frustato dall’aria secca ed afosa.
Notò la luce artificiale poco distante. Quel chiarore improvviso ravvivò i suoi ricordi. Cinque bambini inermi, immersi in una pozza di sangue.
Una lacrima rigò il viso polveroso. Sbucò con impeto dal passaggio segreto e si diresse silenzioso verso i soldati che ridevano sguaiatamente sotto la loro bandiera stellata. Apparivano appagati dell’ennesima giornata trascorsa a spaccare, triturare e sminuzzare. Insensibili alla carne, come tutti i macellai degni di questo nome.
“Tra poco vi raggiungerò figli miei adorati” mormorò a denti stretti quel padre. Raggiunse l’accampamento lanciando due bombe a mano e appoggiò il dito sul grilletto del kalashnikov.

Red Harvest

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