L’ambulante

Lola esaminò attentamente lo specchio e pensò che avrebbe potuto truccarsi molto meglio.
“Chi vuoi che mi guardi a quest’ora…” aggiunse senza molta convinzione e a mo’ di giustificazione.
Si tirò la coda dei capelli e la fissò con mano esperta grazie ad un elastico. Raccattò le chiavi dal cestino di vimini sulla mensola ed uscì di casa.
Attraversò la strada in diagonale per avvicinarsi al vecchio furgone parcheggiato e lo aprì con gesto sicuro un metro prima di toccare la portiera. Depose la borsa sul sedile del passeggero e partì a tutto gas.
Quella sera di mezzo autunno il buio era sceso in fretta.
Il libro che l’aveva rapita per tutto il pomeriggio aveva chiesto come riscatto un tragitto percorso a tavoletta.
Era in ritardo. Le altre sere il baracchino a quell’ora era già aperto.
Lola vendeva panini e bibite all’angolo di una strada molto trafficata nei pressi di un parco molto frequentato da bambini, babysitter e studenti fino a che la luce del giorno lo permetteva.
Un lavoro interessante se amavi il genere. Lola incrociava vari tipi di umanità. Alcuni erano clienti abituali. Ne conosceva pregi e difetti. Chi parlava fino allo sfinimento. Chi era indeciso su tutto. Chi pareva più interessato alla paninara che agli ingredienti. Chi si permetteva una salamella golosa alla fine del turno di lavoro nel posto di sempre. La sua grande famiglia allargata.
Parecchi altri li vedeva l’unica volta in cui per qualche motivo decidevano di fermarsi davanti al suo furgone illuminato. Giusto il tempo che occorreva per servire un panino o allungare una birra ghiacciata molte volte senza nemmeno intuire il timbro della voce.
Alle undici e dieci di quel martedì, pilotando come fosse all’autodromo di Monza, giunse al solito angolo. Compi una manovra precisa sull’ampio marciapiede e aprì il portone laterale del furgone. Ordinò gli espositori e le cibarie. Poi aspettò che qualcuno si facesse vivo.
Passarono i minuti e, poi, le ore. La serata era moscia. Nessuno che si decidesse a sganciare qualche euro.
Lola si concentrò sulle auto che sfrecciavano a pochi metri, ma pian piano anche il traffico diminuì.
Proprio nel momento in cui stava spegnendo la piastra prima di chiudere baracca e burattini, si accorse di un tipo che stazionava davanti alla vetrina del furgone.
“Una salamella con tanti peperoni e poca senape” ordinò un uomo con voce roca. Indossava un cappellino colorato e degli occhiali scuri.
“Arriva subito!” rispose Lola con un sorriso invitante.
“A cosa serviranno gli occhiali da sole alle due di notte” pensò mentre girava la salamella con maestria.
In quel preciso istante udì l’urlo di alcune sirene che si avvicinavano. E poco dopo notò le gazzelle fecero stridere le gomme per riuscire a girare l’angolo della strada a fianco.
Il cliente si era avvicinato alla cassa per pagare e Lola dimentico subito la scena. Lo osservò meglio e fu presa da una certa curiosità.
“Quanti cerotti! Problemi di rasatura stamattina?” interloquì, notando che l’uomo aveva dei piccoli quadratini appiccicati sul viso.
“Una maledetta lametta troppo consumata…” rispose l’altro e si voltò rapido verso la strada.
Lola capì che “salamella con tanti peperoni e poca senape” era della categoria di poche parole. Quindi si dedicò alla preparazione del panino. Gli porse l’incarto e quello senza dire una parola, si guardò bene in giro e attraversò la strada in tutta fretta.
“Buona notte e grazie!” urlò con tono di scherno la ragazza, mentre quello scompariva in una delle viuzze laterali
La notte successiva trascorse fiacca come quella che l’aveva preceduta. Solo verso l’una uno dei clienti abituali di Lola, il Gianca, si fece vivo ed ordinò una salamella, cipolla e peperoni, con una birra.
“Ciao, hai sentito la novità?” chiese il Gianca, mentre attendeva che la carne cuocesse a puntino
“Cosa è successo?” rispose Lola ancora impegnata a preparare la carne.
“Ieri notte hanno violentato una ragazza proprio qui vicino, dietro le siepi del parco, proprio a fianco dei giochi dei bambini. Ma ti sembra?”
“Sul serio?” rispose Lola. E ricordò la auto della polizia che erano sfrecciate vicino al furgone. “Dimmi i particolari”.
“Stamattina ho parlato con gli amici del bar qui all’angolo e mi hanno. Aggiornato. Dicono che la vittima è stata trascinata in quel posto buio e picchiata selvaggiamente. L’hanno portata in ospedale traumatizzata. Ha cercato di difendersi con le unghie e l’ha ferito sulla faccia. Si ricorda vagamente che portava gli occhiali da sole. Ma ti sembra?
A quelle parole il corpo della donna fu colto da un tremito imprevisto e la salamella cascò sul pavimento lercio del furgoncino.

Red Harvest

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