Una tortura cinese

Il locale era immerso in un silenzio assordante.
D’improvviso si udì il rumore della goccia. Poi di un’altra. E di un’altra ancora.
Quel plink insopportabile batteva dritto nel cervello di Chen. Dieci. Cento. Mille gocce. La tortura pareva non aver fine.
Sarebbe mai riuscito a resistere a tanta sofferenza?
Finalmente, con uno slanciò che costò tutta l’energia che gli rimaneva in corpo, riuscì ad alzarsi.
Ora barcollava come un fantasma, ciondolando con le occhiaie annerite.
Raggiunse finalmente il rubinetto e lo chiuse. Poi, sfatto, si fiondò di nuovo sul letto e si addormentò all’istante.
L’indomani non avrebbe potuto evitare di protestare con l’idraulico per quel lavoro malfatto.

Red Harvest

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